La consulenza via email si paga!

indietro

Un’importante novità è stata annunciata per gli avvocati e i professionisti che forniscono pareri o consulenza via email, sia tradizionale che certificata: ebbene, quest’ultimi vanno retribuiti!

A deciderlo, con la sentenza n. 1792/2017, è stata la Corte di Cassazione, la quale aveva accolto il ricorso di un ingegnere che chiedeva ad una società il pagamento della propria parcella, per aver prestato consulenza ed assistenza, chiesto dalla stessa cliente, attraverso l’utilizzo di fax ed email, al fine di ottenere sia una certificazione che un finanziamento regionale per attività produttive.

Nel dettaglio, secondo la Cassazione, la Corte di secondo appello, accogliendo le rimostranze della società, non aveva provato per quale motivo tutte le comunicazioni inviate con email e fax non dimostrassero l’avvenuto conferimento dell’incarico. Di conseguenza, la Cassazione ha sentenziato che quando si affida un incarico, di qualsiasi tipo, ad un professionista, anche per una semplice consulenza, questa va pagata. Inoltre, anche se è vero che, per legge, solo l’email certificata (la cosiddetta Pec) fa prova al pari di una raccomandata, ormai anche la sola email e i fax dimostrano il conferimento di un incarico, soprattutto se sono continuative.

Dunque, se vi è richiesta di un chiarimento, parere o consulenza e l’avvocato risponde, fornendo chiarimenti o inizia una vera e propria pratica, il richiedente sarà costretto a pagargli l’onorario. Infatti, l’email è prova dell’avvenuto conferimento dell’incarico, che viene considerato sempre a titolo oneroso e mai gratuito, salvo diverso accordo tra le parti.

Citando anche l’art. 1709 c.c., il mandato si presume sempre a titolo oneroso e solo se comunicato e specificato per iscritto, si può richiedere un parere via email gratuito. Conseguentemente, la gratuità va concordata esplicitamente all’atto di incarico del servizio professionale, non al momento del pagamento e se il professionista risponde, significa che avrà acconsentito alle condizioni imposte dal cliente.

Ad essere fondamentale non è la forma specifica con la quale si stabilisce il rapporto di prestazione d’opera, bensì la volontà del cliente di avvalersi, in qualsiasi forma, dell’attività e delle conoscenze del professionista, anche tramite una semplice email.

Il professionista potrà provare l’avvenuto incarico con qualsiasi tipo di mezzo in fase istruttoria, mentre, il giudice di merito dovrà valutare se la prova possa essere fondata o meno.

Ricapitolando:

  • L’incarico conferito al professionista è considerato sempre a pagamento, salvo diverso accordo preso tra le parti,
  • L’email con la quale viene richiesto il parere, instaura un rapporto contrattuale con il professionista, anche a pagamento,
  • L’email può essere considerata una prova e dimostra il conferimento dell’incarico,
  • Se il professionista ha eseguito l’incarico richiestogli, ha diritto al pagamento.

Attenzione quindi ad inviare una mail con una richiesta, sarà importante essere chiari sin dall’inizio!

A cura della Dott.ssa Rosaria Pilato – Consulente del Lavoro e della Dott.ssa Bianca Panico – Praticante Consulente del Lavoro.